
Il filo azzurro - Una collezione di Claudio Dedenaro (Trieste, 1952–2017)
Il filo azzurro - Una collezione di Claudio Dedenaro (Trieste, 1952–2017)
Avgust Černigoj, i suoi collaboratori e allievi
Il salotto Biedermeier dei conti Coronini
Mostra fotografica retrospettiva di Goran Antlej »Inkognito«
Laura Safred, storica dell’arte e curatrice triestina, ha donato al Goriški muzej nove opere grafiche e disegni della collezione Il filo azzurro appartenuti all’amico collezionista triestino Claudio Dedenaro, scomparso nel 2017. Le opere sono state prodotte tra il 1977 e il 2011 da artisti che hanno operato nei paesi dell’Europa centrale dagli anni Sessanta del XX secolo in poi.
L’area isontina è rappresentata da Patrizia Devidè (con un dittico) e da Giorgio Valvassori (con due opere), gli artisti triestini sono Nino Perizi, Cesare Picotti e Lucio Saffaro, gli artisti di altri paesi sono la croata Dora Kovačević, l’austriaco Franz Pichler e l’ungherese Viktor Vasarely.
La donazione va ad arricchire il programma del Museo nel nostro compito di far dialogare l'arte antica con quella contemporanea e gli artisti tra loro, nelle loro diverse dimensioni storiche e appartenenze culturali e nazionali. Laura Safred che da diversi decenni opera in Austria, Croazia, Italia e Slovenia, vuole infatti sostenere questo proposito. La donazione nasce inoltre dal suo desiderio di ricordare Claudio Dedenaro per la curiosità intellettuale, la capacità di vivere concretamente l’esperienza artistica e la costruzione di una rete di relazioni amicali con gli artisti, fondante per il carattere e lo sviluppo di un territorio culturale comune.
Claudio Dedenaro è nato nel 1952 a Trieste, dove ha lavorato come tecnico informatico. Ha accompagnato la sua conoscenza della tecnologia con l’amore per l’arte e la musica contemporanea, nelle loro forme più sperimentali. Insieme con Laura Safred, ha stretto amicizia con artisti di Trieste e Gorizia, che ha seguito ed aiutato nell’allestimento delle mostre e da cui ha ricevuto in dono alcune opere seguendo il 'fil rouge' della sua predilezione per il colore azzurro, che egli considerava un colore caldo ed emozionale. Dopo la sua morte improvvisa, il fratello Roberto, insegnante, poeta, organizzatore di eventi culturali nel Comune di Repen e fondatore del Gruppo 85 per i rapporti culturali internazionali a Trieste - in particolare tra sloveni e italiani - è stato unico erede. Roberto ha ceduto a Laura Safred tutte le opere.
PATRIZIA DEVIDÈ (Tržič, 1955)
Insieme con Roberto Kusterle e Giorgio Valvassori, è uno degli artisti più innovatori della scena artistica contemporanea isontina, formatasi all'Accademia di Lubiana e come allieva di August Černigoj. Devidè procede sulle strade parallele dell'installazione su temi esistenziali e della pittura, in particolare del pastello, con cui compone forme libere e astratte dai colori primari. Alla sua famiglia materna di Miren ha dedicato alcune opere, tra cui un affresco murale.
DORA KOVAČEVIĆ (Dubrovnik, 1951)
Attiva nel campo delle arti decorative e dell'insegnamento artistico, Kovačević appartiene alla generazione di artisti croati che negli anni Ottanta hanno rinnovato il rapporto tra le tradizioni locali e le correnti internazionali. Il suo lavoro si concentra soprattutto nell'ambito del tessuto e della grafica. Ha lavorato anche a Trieste, grazie alla mediazione culturale del poeta, traduttore e critico d'arte Tonko Maroević (Split, 1941 - Stari Grad, 2020), che ha aperto nuovi rapporti tra artisti croati e italiani.
NINO PERIZI (Trst, 1917–1994)
Pittore neocubista dopo la Seconda guerra mondiale, Perizi si è concentrato poi sulla scultura astratta in metallo, con cui è intervenuto anche negli spazi pubblici. Negli Anni Settanta si è impegnato nel Sindacato degli artisti per rinnovare il sistema delle arti. Nello stesso tempo ha insegnato nella Scuola libera di figura del Civico Museo Revoltella di Trieste. Insieme con August Černigoj, è stato il riferimento più importante per la formazione di molti artisti triestini.
FRANZ PICHLER (Seckau, 1960)
Pichler definisce la sua attività di scultore nella dinamica scena degli anni Ottanta a Graz, nell'ambito di un ritorno a una scultura con forme libere e colorate che si impone negli incontri artistici del 'Trigon' - Biennale d'arte di Austria, Italia ed ex-Jugoslavia, allargata in seguito ad altri paesi centroeuropei e organizzata dalla Galleria d'arte moderna di Graz. Dagli anni Duemila Pichler si è dedicato prevalentemente all'insegnamento artistico.
CESARE PICOTTI (Trst, 1940–2024)
Cesare Picotti è stato un operatore delle arti visive a Trieste, promotore di eventi multidisciplinari e artista egli stesso con opere di carattere sperimentale e ironico. Il suo campo d'azione è stato dapprima la Cappella Underground, associazione attiva dal 1968 e dedicata al cinema, alla musica e alle arti visive. Nel 1988 è stato tra i fondatori del Teatro Miela Reina, centro internazionale per lo spettacolo in cui artisti italiani a sloveni hanno trovato momenti significativi d'incontro.
LUCIO SAFFARO (Trst, 1929–Bologna, 1998)
Il triestino Lucio Saffaro, attivo a Bologna, è stato un pioniere dell'arte elettronica, a cui è giunto negli anni Ottanta a seguito della sua ricerca sulla struttura dei poliedri rinascimentali. La sua opera è stata presentata alla Biennale di Venezia del 1986, dedicata al rapporto tra arte e scienza. La sua passione per la scienza si è unita a un'intensa attività poetica, che ha generato un'interpretazione originale delle forme geometriche, riprodotte poi in serigrafia. All'artista è dedicata una Fondazione nell'Università di Bologna.
GIORGIO VALVASSORI (Gorica, 1947)
Le due opere di Giorgio Valvassori, artista goriziano presente nella collezione del Goriški Muzej a Kromberk e attivo nelle relazioni tra artisti italiani e sloveni sul confine isontino, rappresentano due generi importanti per lo scultore: la grafica, con cui esprime il lato espressionista del suo carattere, e il disegno progettuale, usato come linguaggio autonomo per elaborare installazioni in ambiente, con cui rappresenta il dialogo tra la pesantezza della materia e la leggerezza visiva delle sue forme plastiche.
VIKTOR VASARELY (Pécs, 1906–Pariz, 1997)
È stato uno dei protagonisti dell'arte optical, premiato alla Biennale di grafica di Lubiana nel 1965. Ha creato una vasta produzione, utilizzando la tecnica serigrafica con colori vibranti. Battor fa parte della serie dedicata alla stella Vega, con cui l'artista esplora le modificazioni della superficie di una sfera come modello dell'espansione dell'Universo, sviluppando in questo modo la griglia geometrica da lui appresa durante la sua formazione in una scuola d'arte ungherese ispirata al Bauhaus.
Luogo: Mostra online
Dal:
28 mar 2025
Al:
31 dic 2025
Donazione di Laura Safred al Goriški muzej