Il salotto Biedermeier dei conti Coronini
Avgust Černigoj, i suoi collaboratori e allievi
Il salotto Biedermeier dei conti Coronini
Mostra fotografica retrospettiva di Goran Antlej »Inkognito«
Al primo piano del castello di Kromberk mettiamo in mostra una stanza arredata con mobili restaurati che, sulla base di una proficua collaborazione transfrontaliera, la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia ha prestato per diversi anni al Goriški muzej.
Dopo aver superato lunghe procedure burocratiche e ostacoli per il trasferimento dei mobili dall'Italia alla Slovenia, nell'ottobre 2022 siamo riusciti a trasportare dei pezzi selezionati dal deposito da Gorizia al laboratorio di conservazione e restauro a Salcano, dove Davorin Pogačnik per più di un anno si è dedicato al divano, alle sedie e poltrone, al secrétaire, lampadario, tavolo e al cassettone per riportarli al loro antico splendore. Il restauro è stato finanziato dal Comune di Nova Gorica.
Nella vasta collezione di mobili dei conti Coronini le curatrici Katarina Brešan del Goriški muzej e Cristina Bragaglia della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg si sono concentrate sulla prima metà del XIX secolo, che si riflette nella ricostruzione dello spazio abitativo nell'edificio del castello. Nell’Austria appena uscita dal congresso di Vienna, fu la borghesia con i suoi valori incentrati sulla solidità economica e la centralità degli affetti familiari a imporre un nuovo gusto nel campo dell’arredo e delle arti decorative. La definizione Biedermeier, con cui dopo la metà dell’Ottocentosi cominciò a indicare con una connotazione dispregiativa lo stile che si era affermato tra il 1815 e il 1848, deriva da “Bieder”, ovvero “sempliciotto” e da “Meir, uno dei cognomi tedeschi più diffusi all’epoca. Riscoperto e rivalutato all’inizio del XX secolo dal modernismo, lo stile Biedermeier, in realtà, pur riproponendo in tono minore alcuni elementi del neoclassicismo e dell’epoca impero, appariva ispirato anzitutto ai concetti di confort, razionalità e funzionalità, senza rinunciare alla ricerca di eleganza nell’uso dei materiali e degli elementi decorativi. Le illustrazioni delle residenze nobiliari dell’epoca mostrano come anche l’aristocrazia si fosse adeguata a questo gusto borghese, riducendo lo sfarzo a favore di praticità e decoro.
Negli ambienti Biedermeier l’arredamento era improntato anzitutto alla ricerca della comodità, seguendo non tanto le regole di simmetria e rappresentanza dei secoli precedenti, quanto le necessità e i desideri di chi abitava quelle stanze. Per questo i mobili tendevano a occupare l’intero spazio disponibile e accanto a elementi fissi come cassettoni e secrétaire si trovavano tavoli e tavolini facilmente spostabili o addirittura pieghevoli, in grado di adattarsi alle diverse esigenze. Gli arredi che meglio esprimono lo spirito del Biedermeier sono però divani, sedie e poltrone riccamente imbottiti, caratterizzati dalla ricerca di nuove forme e dall’esaltazione della bellezza naturale dei materiali. Le tradizionali linee geometriche dei mobili vengono così ravvivate da elementi curvilinei, eleganti e dinamici; le superfici vengono liberate da elaborati decori superflui per far risaltare i suggestivi disegni delle impiallacciature ottenute con l’uso di legni diversi.
Nella prima metà dell’Ottocento lo stile Biedermeier si diffuse in tutta Europa con una commercializzazione su larga scala resa possibile dalla riduzione dei costi di produzione e dall’affermazione di modelli facilmente replicabili che incontravano il gusto del pubblico. Tale successo dipese anche dall’intraprendenza di alcune ditte artigianali che cominciarono a presentare la propria produzione in cataloghi e repertori di disegni. La più nota di tutte fu la Möbelfabrik fondata a Vienna nel 1804 da Joseph Ulrich Danhauser. Nonostante la loro semplicità le creazioni di Danahuser, a cui si avvicinano tutti gli arredi qui esposti appartenuti alla famiglia Coronini, non erano certamente destinate alla masse, ma restavano accessibili solo alle classe medio-alte.
Il soggiorno è decorato con dipinti della collezione del Goriški muzej, tra i quali possiamo ammirare due dei ritratti che il conte Viljem (Guglielmo) Coronini donò al Goriški muzej in cambio di due sculture in pietra, che oggi si trovano nel parco del Palazzo Coronini Cronberg a Gorizia.
Inoltre, alla mostra viene presentato il ramo goriziano della famiglia Coronini Cronberg, sul quale abbiamo registrato anche diverse testimonianze degli abitanti di Kromberk, che in futuro consentiranno di conoscere in modo più dettagliato gli antichi proprietari del castello, dai quali il luogo prende il nome. Quest'anno ricorrono i 70 anni da quando il castello divenne sede del Goriški muzej, che durante gli estesi lavori di restauro si consultò più volte con il conte Viljem per quanto riguarda le soluzioni architettoniche e la sistemazione del parco. Anche sua sorella Nikoleta - quest'anno ricorre il 40° anniversario della sua morte - era fortemente legata a Kromberk e ai suoi abitanti.
Foto: Katarina Brešan
Luogo: Castello di Kromberk
Dal:
15 giu 2024
Al:
15 giu 2028